Descrizione
L’espansione del Borgo Antico iniziò verso la fine del medioevo seguendo il percorso della Via dei Monti, con la costruzione dei primi edifici, cioè quelli ubicati tra l’inizio dell’odierna Via Garibaldi e l’incrocio con Via Martiri, per proseguire fino all’arco che si trova tuttora in fondo alla strada.
In corrispondenza di tale arco, che di notte veniva chiuso ancora all’inizio dell’Ottocento, un tempo si trovava la Porta di San Martino, così chiamata per la presenza nelle sue immediate vicinanze, di una cappella intitolata a questo santo.
All’inizio del Seicento il nuovo quartiere risultava ultimato, com’è dimostrato da uno schizzo conservato presso l’Archivio di Stato di Genova.
Questo nucleo, anch’esso riproducente la tipologia del borgo lineare così diffusa a Levanto, fu chiamato Borgo Nuovo o dello Stagno.
L’origine del toponimo Stagno è verosimilmente da ricercarsi nel fatto che, sino alla metà dell’Ottocento, tra le due schiere di case edificate sui lati opposti della strada correva un rio alimentato dalle acque meteoriche, che poi finivano per stagnarvi quasi tutto l’anno, anche in seguito a fenomeni di infiltrazione attraverso il terreno.
La strada è infatti attraversata dal torrente Terraro e dal rio Gavazzo che, unitamente al Ghiararo, hanno provocato nel corso dei secoli ben più di un’alluvione, causando talvolta anche degli eventi luttuosi. Nel XX secolo ad esempio, se ne sono verificati due, nel 1948 e nel 1981.
Quella del ’48 è ancora ben presente nella memoria dei Levantesi, soprattutto per i gravi danni che causò.
Tra il XVIII e il XIX secolo la maggior parte degli edifici dello Stagno, inizialmente poco più che casupole, furono rialzati e talora accorpati a formare i palazzi oggi esistenti, decorati esternamente alla moda già affermatasi da tempo a Genova: le facciate dipinte.
Recentemente queste facciate sono state quasi tutte riportate all'antica bellezza.
Trattando di Via Garibaldi, non si può tralasciare di segnalare il primo edificio posto all’angolo con Via Vinzoni, ove si trovano una serie di nove figure caricaturali a mezzo busto, dette "Grottesche".
Le caricature, dipinte a monocromo con la tecnica dell’affresco entro altrettanti archetti pensili in corrispondenza della fascia marcapiano del prospetto verso Via Garibaldi, sono state attribuite ad un ignoto pittore del XVI secolo.
Esse rappresentano una delle poche testimonianze superstiti in Liguria di un tipo di decorazione, probabilmente di origine lombarda, un tempo molto diffusa in questa regione.