Pesta suina e caccia al cinghiale, le iniziative del Comune di Levanto

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Un incontro con esperti sulla malattia e la richiesta di modificare le norme sugli abbattimenti

Data:

06 Dicembre 2024

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Un incontro con esperti per illustrare al pubblico (cacciatori e non) cos’è la peste suina, la sua diffusione, i pericoli per l’uomo e per gli animali e le ripercussioni ambientali ed economiche che genera sui territori colpiti.
E poi un invito a Provincia e Regione affinché sollecitino il governo a rivedere la normativa sulla caccia, che, nelle zone sottoposte a restrizione a causa della presenza della malattia, impedisce di attuare un’efficace azione di contenimento dei cinghiali rischiando di vanificare anche gli effetti di altre soluzioni già adottate, come l’installazione di recinzioni.
Sono le due iniziative che il Comune di Levanto, che ha accolto favorevolmente gli appelli rivolti alle istituzioni dai sindaci di Zignago e Sesta Godano, metterà in campo per fornire il proprio contributo alla ricerca di una soluzione al problema della diffusione ormai senza controllo degli ungulati.
“Anche se Levanto è inserita in una fascia di restrizione minore rispetto a quella in cui si trovano i Comuni della Val di Vara, e qui non sono stati segnalati casi di peste suina, anche il nostro territorio subisce danni consistenti dal proliferare incontrollato degli animali selvatici - spiega il sindaco, Luca Del Bello - I versanti collinari, già di per sé fragili e sottoposti a fenomeni atmosferici sempre più violenti, sono spesso colpiti da frane e smottamenti causati dal passaggio degli ungulati, che devastano le coltivazioni arrecando gravi danni a tutto il comparto agricolo, una risorsa economica ma soprattutto un presidio contro il rischio idrogeologico e il degrado ambientale”.
L’associazione “Salvaguardia vallata di Levanto” ha installato sulle colline una recinzione elettrificata, ma l’infrastruttura, che ha comportato anche sostanziosi investimenti e richiede una continua manutenzione, viene depotenziata dalla mancanza di un’efficace campagna di abbattimento dei capi.
“A Levanto agiscono due squadre di cacciatori, ma le restrizioni contenute nella normativa prevedono l’impiego di soli sei uomini ed un cane per ogni battuta di caccia: un’azione insufficiente a contrastare l’aumento del numero di questi animali - continua il sindaco - Oltretutto, lo svolgimento dell’attività venatoria ormai comporta costi elevati, senza considerare che i ‘cinghialisti’ si sono attrezzati investendo nell’acquisto di celle frigorifere per la conservazione della carne”.
Il Comune di Levanto, quindi, si muoverà su due fronti: l’informazione ai cittadini e la richiesta di un intervento risolutorio alle autorità competenti.


Ultimo aggiornamento

06/12/2024, 11:10

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