Presentazione del libro “Il partigiano che divenne imperatore”

Marco Ferrari parla del suo romanzo con il sindaco Luca Del Bello

Cos'è

Venerdì 4 luglio alle ore 21 a Levanto, alla Loggia Medioevale in Piazza del Popolo, verrà presentato il libro di Marco Ferrari “Il partigiano che divenne imperatore” edito da Laterza. Dialogherà con l’autore il sindaco di Levanto, Luca Del Bello. L’iniziativa è promossa dal Comune di Levanto in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza, la casa editrice Laterza e la libreria Oppecini in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione.
Il volume “Il partigiano che divenne imperatore”, giunto alla seconda edizione, tra saggistica e romanzo, narra le avventure di tre antifascisti italiani, reduci dalla guerra di Spagna, scelti dai servizi segreti francesi e britannici per organizzare la resistenza in Etiopia agli occupanti fascisti. Si trattava di Ilio Barontini, Anton Ukmar e Domenico Bruno Rolla. Una storia in cui si respira l’odore acre del Novecento ma che potrebbe uscire dalle pagine di Graham Greene. Il partigiano che venne nominato vice imperatore d’Abissinia è appunto Ilio Barontini (Cecina, 28 settembre 1890 – Scandicci, 22 gennaio 1951), perseguitato dal fascismo, fuggì da Livorno nel 1931, raggiunse nell'apparato clandestino del PCd'I a Parigi, si trasferì in Unione Sovietica e nel 1936 fu inviato nella guerra di Spagna diventando l’eroe della battaglia di Guadalajara, dove le brigate internazionali sconfissero i fascisti. A Parigi venne scelto da etiopi, francesi e britannici per una missione rischiosissima: organizzare le forze partigiane abissine che dovevano resistere alla conquista fascista. Raggiunse le zone sotto il controllo della resistenza attraversando Egitto e Sudan con le credenziali di Hailé Selassié trascritte su fazzoletti di seta per sfuggire al controllo nemico. Nell’estate del ’39 venne raggiunto da Anton Ukmar, ex ferroviere sloveno di Gorizia conosciuto in Spagna, da Bruno Rolla, antifascista spezzino, nato nel 1908 a Baccano di Arcola, dal colonnello Paul Robert Monnier del Deuxième Bureau, il servizio di informazioni militari, che morirà poco dopo, e dal segretario del Negus Lorenzo Taezaz. Mussolini aveva conquistato con l’uso dell’iprite i villaggi e le città più importanti, la ferrovia Addis Abeba-Gibuti e le principali vie di comunicazione, ma una parte considerevole del territorio era ancora in mano agli Arbegnuoc, i patrioti etiopi. Barontini formò un esercito di oltre 250 mila uomini composto da piccole formazioni mobili e venne nominato dal Negus, in esilio in Gran Bretagna, vice-imperatore di Abissinia. Dotato dello scettro imperiale, il comunista di Livorno tenne a bada i vari ras locali, portò a termine missioni importanti e pubblicò un giornale bilingue, “La voce degli Abissini”, tanto da diventare una leggenda. La missione terminò nel giugno 1940, quando i tre italiani intrapresero la via del ritorno tra malattie e assalti di predoni. Si ritrovarono miracolosamente vivi a Khartum dove scattarono l’unica fotografia che li ritrae tutti e tre insieme, contenuta nel volume. Rientrato in Europa, Barontini organizzò la resistenza prima in Francia e quindi in Emilia-Romagna e partecipò alla liberazione di Bologna. Nel 1946 per il PCI divenne deputato all'Assemblea Costituente nella circoscrizione di Pisa e Livorno e, nel 1948, venne eletto al Senato della Repubblica, dove fu segretario della commissione Difesa. Venne altresì nominato cittadino onorario della città di Bologna, decorato dalle forze alleate con la Bronze Star Medal e dall'Unione Sovietica con l'Ordine della Stella Rossa. Morì in un incidente automobilistico a Scandicci nel 1951 all’età di 60 anni.
Al rientro dall’Africa, nel marzo 1940, l’arcolano Domenico Rolla fu internato nel campo francese di Vernet d’Ariege, tentò il rientro in Italia ma venne arrestato al Ponte Unione, a Mentone il 5 aprile del 1944 e tradotto nelle carceri giudiziarie della Spezia a disposizione del Tribunale Speciale. Il 24 luglio fu condotto a Regina Coeli ma, ai primi del 1944, con uno stratagemma riuscì a evadere e a raggiungere Avezzano in Abruzzo, dove partecipò alla Resistenza come commissario politico, con il nome di “Carlo”. Nel dopoguerra tornò alla Spezia entrando a far parte della segreteria provinciale del Pci quale responsabile dell’organizzazione e poi alla direzione nazionale del partito. Morì il 9 giugno 1954 a soli 46 anni.
Marco Ferrari, scrittore spezzino, per Laterza è autore di “Mare verticale. Dalle Cinque Terre a Bocca di Magra”; “L’incredibile storia di António Salazar, il dittatore che morì due volte”, tradotto in tutto il mondo; “Ahi, Sudamerica! Oriundi, tango e fútbol” e “Alla rivoluzione sulla Due Cavalli” con “Ritorno a Lisbona 50 anni dopo”.

(Testo a cura dell'autore)

Parteciperanno

A chi è rivolto

Evento rivolto a tutti

Date e orari

04 Lug

21:00 - Inizio evento

Ultimo aggiornamento

01/07/2025, 10:04

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